Negli occhi dello sciamano by Hernán Huarache Mamani

Negli occhi dello sciamano by Hernán Huarache Mamani

autore:Hernán Huarache Mamani [Mamani, Hernán Huarache]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858503867
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2011-08-08T22:00:00+00:00


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PER LA TERRA O CONTRO LA TERRA

Da molte ore pensavo alle parole di Anta Willki: insegnare ad amare la Terra come se fosse un essere vivente. Gli uomini della campagna potevano comprendere quest’insegnamento, ma l’avrebbero ugualmente compreso gli abitanti della città? Come fare per riuscire a trasmettere loro le tradizioni indigene? Per migliaia d’anni, gli abitanti delle Ande hanno vissuto in modo amorevole con la natura, usando saggiamente le scarse risorse che essa elargiva loro. I primi europei che giunsero qui, descrissero questo territorio come «un autentico paradiso naturale ed umano». Gli andini sostenevano questo principio: «La Terra è sacra e tutto ciò che esiste in lei è altrettanto sacro». Quando gli spagnoli arrivarono per la prima volta nelle nostre terre (Tumbes 1528), noi indios andammo a dare loro il benvenuto portando cibi e regali. Li ricevemmo con tutti gli onori, con fraternità, perché la filosofia del nostro popolo segue un principio: «Tratta il forestiero come se fosse tuo fratello, perché potrebbe essere il grande spirito che, travestito, ti si presenta come un mortale, per mettere alla prova il tuo amore per il prossimo». Grazie a questa accoglienza, piena di rispetto e considerazione, gli spagnoli, a causa della loro mentalità, esclamarono: «Questi selvaggi credono che siamo degli dèi». Senza comprendere di avere a che fare con una regola sacra dell’ospitalità andina, elargita ad ogni ospite, che ancona si pratica nelle comunità indie, lontane dalle città. Ma in breve tempo, meno di cinquecento anni dopo l’arrivo degli europei in questo continente, siamo stati afflitti da disastri ecologici, economici, sociali e politici, provocati, proprio, da un modo diverso di relazionarsi con la Terra.

Le distruzioni fatte dai primi spagnoli, arrivati nel 1528, furono così grandi che persino qualcuno di loro ne provò rimorso: Pedro Cieza de Léon, un cronista del periodo della conquista, scrisse più tardi: «Di sicuro non è un piccolo dolore constatare che quegli incas, gentili e adoratori di dèi, abbiano mantenuto un buon ordine nel governare e conservare terre così ampie, mentre noi, che siamo cristiani, abbiamo distrutto tanti regni. Ovunque ci siano conquistatori ed esploratori cristiani non sembra esserci altro che fuoco e distruzione, e tutto va in rovina».

I colonizzatori spagnoli distrussero una grande civiltà, disarticolarono l’agricoltura nazionale e la conservazione della natura, provocando la grande desertificazione delle Ande. Per l’invasore, era più importante estrarre e appropriarsi dell’oro e dell’argento anziché prendersi cura delle piante e degli animali.

Per puntellare le gallerie delle miniere e per fondere i metalli, tagliarono boschi immensi, schiavizzarono interi popoli, che in precedenza si dedicavano alla cura del terreno, e li obbligarono a introdursi in profonde gallerie per estrarne dei metalli.

Così scomparve il 95% della popolazione, il 75% delle terre coltivate e la quasi totalità dei boschi esistenti dalla costa alla sierra. Con questo ebbe inizio il degrado ecologico del Perù.

La massiccia deforestazione e il genocidio non sono ancora cessati ai nostri giorni, dal momento che il processo di desertificazione continua ed avanza fino alla selva amazzonica, dove ogni giorno si distruggono migliaia di alberi, senza neppure preoccuparsi di ripiantarne.



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